La vita è un dono prezioso

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La sera della festa di S. Giuseppe, siamo stati testimoni del raccon-to di un miracolo. La sezione di Benevento, insieme alle nostre suore della Sacra Famiglia di Spoleto, abbiamo partecipato e con-tribuito ad un evento “LA VITA E’ UN DONO PREZIOSO”, organiz-zato dall’associazione Pro Vita. Questo evento ha previsto la testi-monianza di Gianna Jessen . Nel suo racconto, Gianna ha più volte voluto affermare la sua appartenenza a Cristo e la sua piena fidu-cia nel Suo amore. La sua storia ha del miracoloso; è una donna americana sopravvissuta ad un aborto salino. La sua madre biolo-gica, così Gianna la chiama durante la sua testimonianza, aveva solo 17 anni quando si accorse di essere incinta e si recò in una delle più grandi cliniche americane dove, ancora oggi, viene prati-cato l’interruzione di gravidanza. In America, dove oggi grazie alle tante lotte a favore della vita, sta per essere abolita la legge che regolarizza l’aborto volontario, è consentito effettuarlo, diversa-mente dall’Italia, in ogni momento della gravidanza.

Gianna rac-conta che alla mamma biologica fu praticato l’aborto salino. Que-sto consiste nell’iniettare nell’utero una soluzione di acqua e sale, che ha la capacità di bruciare i tessuti, provoca danni celebrali e la morte del bambino per soffocamento entro le 24 ore. Gianna, dopo 18 ore nella soluzione salina, è nata viva. Ha raccontato che deve la sua vita ad una tazzina di caffè. Infatti il medico responsabile dell’aborto, aveva ritar-dato il suo rientro in clinica per fare colazione e l’infermiera di turno vedendola ancora viva, subito predispose il suo trasferimento in un ospedale attrezzato, in quando era nata prematura, pesava solo un chilo, ed aveva diverse malformazioni. In seguito ha saputo che quel medico fu condannato per infanticidio, aveva ucciso per soffocamento bambini sopravvissuti come lei ad un aborto. Dopo 3 mesi , Gianna fu affidata ad una casa fami-glia gestita dalla signora Penny. Quanto amore nel pronunciare questo nome! Penny era madre adottiva di ben 56 bambini disabili e grazie alla sua costanza e al suo amore Gianna è riuscita ad alzarsi dal letto e a cammina-re. In seguito è stata adottata dalla figlia di Penny che è diventata la nonna adottiva, ma per lei è stata sem-pre un punto di riferimento,ed ha ringraziato il Signore per averla messa sulla sua strada. Oggi Gianna gira il mondo ed è stata più volte in Italia per raccontare questa sua incredibile storia.

A noi che eravamo presenti ci ha trasmesso, attraverso quel suo viso illuminato e sorridente, la sua voglia di vivere, nonostante la disabilità che non gli permette di essere del tutto autonoma. C’è un altro aspetto che ci ha colpito ed è lo stato di grazia in cui Gianna vive e che gli permette di non portare rancore, come lei stessa ha affermato. Ha raccontato il suo incontro con la madre biologica, il suo insistere nel perdonarla nonostante il rifiuto di lei. Ci ha chiesto di non lamentarci in continuazione per quello che Dio ci dona, ma di accettare tutto con amore e fiducia. Quanta gioia abbiamo provato nel vedere il teatro Massimo, nonostante fosse domenica sera e il giorno in cui si festeggia S. Giuseppe, pieno con la stragrande maggioranza di ragazzi giovani che sono rimasti in silenzio ad ascoltare le parole di Gianna.
E’ questo un motivo in più per noi laici Bonilliani continuare a lottare per difendere la famiglia e, con essa, il di-ritto alla vita, inteso come dono “prezioso” di Dio, da proteggere per ESSERE DARE e COSTRUIRE FAMIGLIA co-me ci indica il nostro Bonilli.

I Laici Bonilliani di Benevento


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