Riflessione sul sinodo


Il nostro caro Papa nell’ ottobre del 2021 ha dato inizio al Sinodo dei vescovi che si concluderà nel 2023 ed è caratterizzato dal fatto che vengono coinvolte le chiese locali di tutto il mondo.
Il “sinodo”, il cui termine viene dal greco e significa strada, cammino, camminare insieme, come il Papa stesso sottolinea, non è un convegno di studi, o un congresso politico ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito Santo. In questo sinodo che ci trova tutti provati dalla pandemia, dalla solitudine, dallo scoraggiamento, dalla crisi economica in cui molti ci siamo ritrovati per la mancanza di lavoro, siamo chiamati come popolo di Dio a dare il nostro sostegno alla Chiesa, di cui siamo pietre vive, affinché possa rinnovarsi sotto l’azione dello Spirito. Anche la nostra parrocchia, la nostra comunità, la nostra associazione devono essere impegnate in questo cammino di rinnovamento; solitamente, finora, pensando alla parrocchia si tende a racchiudere nel suo perimetro tutti coloro che incontriamo la domenica a messa o durante qualche celebrazione liturgica, i sacerdoti e i religiosi, cadendo nell’errore di dimenticare che ne fanno parte anche i cosiddetti “lontani” cioè coloro che vi si avvicinano solo in determinate occasioni, quando hanno la necessità di richiedere un certificato o per celebrare un matrimonio, una prima comunione, il battesimo o un funerale.
Poiché la Chiesa esiste per evangelizzare non possiamo essere noi il centro ma dobbiamo testimoniare l’ Amore di Dio specialmente con coloro che vivono lontano dalla parrocchia che è sempre “la famiglia delle famiglie”. Per realizzare ciò dobbiamo coinvolgerci tutti: laici, sacerdoti, religiosi in un ascolto reciproco e rispettoso delle diverse opinioni. Dobbiamo ascoltare lo Spirito Santo che ci chiama a mettere da parte gli atteggiamenti di autocompiacimento e smettere di prendere decisioni sulla base di vecchi schemi, ripetendoci che si è ”sempre fatto così”, ma dobbiamo essere disposti a cambiare le nostre opinioni in base a ciò che abbiamo ascoltato dagli altri. Il sinodo, inoltre, ci invita a una visione ricca della gioia del Vangelo senza escludere nessuno e per questo ci dobbiamo liberare dai pregiudizi che ci portano verso la strada sbagliata della divisione. Dobbiamo mettere da parte l’ autosufficienza, perché camminando insieme possiamo imparare gli uni dagli altri, così facendo comprenderemo la realtà multiforme che la Chiesa di Cristo è chiamata ad essere. Dobbiamo avere uno sguardo innovativo, un nuovo stile di vita per essere missionari oggi come laici e come famiglia, impegnandoci per la promozione umana, accompagnando, ascoltando l’uomo contemporaneo che è carico di problemi sia materiali che spirituali perché questi sono” i nuovi poveri”. Ricordiamoci che Nazareth significa “colei che custodisce” e come famiglie che seguiamo le orme di Nazareth dobbiamo impegnarci a riscoprire la vocazione e la missione di ogni famiglia, accogliendo Gesù nel fratello.

Francesca Caracausi Valdesi


Commenti

  1. Il nostro stile di vita deve far riflettere il fratello che ci incontra.

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